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Esiste una correlazione stretta tra la qualità della vita, desumibile da indicatori differenti quali la disponibilità di cibo e la diminuzione della mortalità infantile, con l'aumento del consumo energetico, ma quello che si può osservare è che superata una certa soglia di consumo di energia, valutato in 3000 kgoe pro-capite per anno, il miglioramento della qualità della vita non cambia più in modo apprezzabile.
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Considerando l'insieme dei settori industriale, dei trasporti, dei servizi, dell'agricoltura nonché quello dei consumi residenziali, ci si aspetta, per i prossimi 10 anni, una crescita del consumo di energia del 1,6% all'anno.
Nella previsione sviluppata è il settore dei trasporti quello che crescerà più velocemente con il 2,1% per ogni anno fino al 2030, mentre quello domestico rimarrà costante al tasso di crescita dell' 1,5% annuo.
Nelle proiezioni fatte dai vari organismi internazionali, quali ad esempio la IEA, il combustibile fossile soddisferà per l'85% il fabbisogno di energia nel 2030 valutato in più di 17.000 Mtoe.
Abbiamo visto che qualsiasi processo produttivo necessita di energia per poter essere realizzato e che oggi la quantità di energia prodotta vale più di 11.000 Mtoe di cui circa il 70 % è generata da combustibili fossili.
Dobbiamo inoltre ricordare che i combustibili fossili sono non solo una fonte di energia non rinnovabile ma anche materia prima in una serie di processi industriali finalizzati alla produzione chimica: plastica, medicinali, fertilizzanti, ecc.
Pensando che si possa in qualche modo risolvere il problema energetico per la produzione industriale con l'opzione, più o meno condivisibile, del nucleare e con quella del solare e dell'eolico rimane da risolvere il problema dei trasporti che fino ad oggi utilizzano come carburante quello derivato dai combustibili fossili.
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