Nel corso degli ultimi anni abbiamo assistito, pur di non mettere in discussione il concetto di sviluppo, all'introduzione di nuove e sofisticate definizioni: da quella dello sviluppo delle risorse umane a quella dello sviluppo sociale, dallo sviluppo equo a quello sostenibile.

Interessante è il concetto di sviluppo sostenibile perché con esso si spera o si vuole far sperare che si possa promuovere sia la sostenibilità ecologica sia la giustizia sociale a livello mondiale.

Nel 1987 la Commissione mondiale per lo sviluppo e l'ambiente aveva dato la seguente definizione dello sviluppo sostenibile: "soddisfa i bisogni del presente senza compromettere la capacità delle generazioni future di soddisfare i propri bisogni".
In questa definizione il tempo è l'elemento chiave mentre il dove cioè il luogo dello sviluppo, è sfumato. La definizione privilegia così l'aspetto ambientale a quello della giustizia sociale lasciando aperte le seguenti questioni:
Quali bisogni dovrebbe soddisfare uno sviluppo sostenibile? E di chi?

Riprendiamo ora il rapporto esistente tra lo sviluppo e il consumo delle risorse ed in particolare il rapporto tra lo sviluppo ed il consumo di energia.

Abbiamo visto nel capitolo "Impatto ambientale" che le attività umane, ed in particolare quelle legate alla produzione e al consumo di energia, influiscono sempre più sul clima del nostro pianeta. Abbiamo anche evidenziato nel capitolo "Fonti di energia" che l'utilizzo del combustibile fossile, fonte di energia non rinnovabile, ai tassi attuali porta ad un rapido esaurimento delle scorte. Da queste considerazioni possiamo trarne un'indicazione di comportamento che si può sviluppare su due strade parallele ed inscindibili come le rotaie di un treno: la strada del miglioramento di ciò che già abbiamo e dei rimedi tecnologici e la strada legata alla produttività delle risorse relazionata all'aspettativa della qualità della vita in un contesto di risorse limitate.