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Sono i limiti biofisici della Terra ad aver evidenziato, oggi più che mai, i limiti insiti nell'idea di sviluppo espressa da Truman, nel corso del suo discorso al Congresso il 20 gennaio 1949, con l'introduzione del concetto di "aree sottosviluppate" in riferimento ai paesi poveri. Con le sue parole Truman diede delle indicazioni precise su cosa bisognasse fare: " ... Quarto, ci dobbiamo imbarcare in un programma coraggioso per rendere disponibili i benefici del nostro avanzamento scientifico e del nostro progresso industriale per favorire il miglioramento delle aree sottosviluppate. Più della metà di tutta la popolazione mondiale vive in condizioni prossime alla miseria. Il loro vitto è inadeguato. Sono vittime di malattie. La loro vita economica è primitiva e stagnante. La loro povertà costituisce un handicap e una minaccia sia per loro che per le aree più prospere. Per la prima volta nella storia, l'umanità possiede la conoscenza e la capacità di alleviare la sofferenza di queste persone. ... "
Con questa concezione di sviluppo il tempo risulta essere, nei rapporti sociali intesi nella loro accezione più ampia, lineare e globale perché va nel senso di trascinare con sé tutti gli uomini del mondo organizzati in strutture sociali. Questo è un tempo che pensa al futuro più che al presente e al presente più che al passato.
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L'economia, misurata attraverso il PIL (Prodotto Interno Lordo) diventa il parametro con cui si misura, nel suo insieme, il grado di qualità e addirittura di civilizzazione di un paese. Questo concetto significava e significa ancora oggi per moltissimi individui che i paesi poveri con i loro bassi redditi procapite erano e sono estremamente arretrati rispetto ai paesi ricchi in cui l'alta produttività garantisce il grado di civiltà e di benessere.
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