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Trascuriamo per il momento l'utilizzo del petrolio per la produzione di energia elettrica e concentriamoci sul suo utilizzo per i trasporti.
In questa ottica esaminiamo le possibili prospettive all'esaurimento delle scorte petrolifere.
Si può ragionevolmente pensare che la differenza tra domanda ed offerta di petrolio potrebbe essere soddisfatta da qualche sostituto anche perché il petrolio, nel senso in cui lo intendiamo normalmente, non è il solo disponibile.
Dai pozzi esauriti, ovvero quando tutto il petrolio è stato pompato a basso costo, è possibile, con metodi assai più costosi, estrarre ancora del petrolio chiamato pesante.
Esiste inoltre la possibilità di estrarre, con l'utilizzo di tecniche molto onerose, petrolio dai giacimenti di sabbie catramose e petrolifere.
Il petrolio lo si può estrarre anche dalle rocce spugnose che contengono materiale organico chiamate scisti; da esse si ricava un composto ceroso, il kerogene, che può essere trasformato in petrolio attraverso un processo di frantumazione e riscaldamento del materiale roccioso. Questo processo, per i cicli di lavorazione che comporta, è economicamente dispendioso.
Oggi produrre petrolio con questi metodi non è assolutamente conveniente ma quando si sarà superato il picco di Hubbert ed il divario tra domanda ed offerta avrà fatto aumentare rapidamente il prezzo del petrolio, potrebbe diventare economicamente competitivo l'utilizzo delle fonti petrolifere citate. Ricordiamo che se per produrre una fonte energetica consumiamo tanta energia quanta ne possiamo ottenere, il processo risulta privo di significato.
Per i trasporti si può usare il gas naturale convertito in liquido pensando però di costruire la rete industriale di produzione e di distribuzione di questo carburante che oggi non esiste se paragonata a quella della benzina.
Il carbone, altro combustibile fossile, potrebbe essere utilizzato in alternativa al petrolio ma in questo caso, oltre agli alti costi per una sua trasformazione in liquido, corriamo il rischio di rendere praticamente invivibile l'atmosfera per le emissioni di impurità quali lo zolfo.
Se introduciamo ora oltre al tema dei trasporti anche quello della produzione di energia elettrica, fonte secondaria di energia, ci rendiamo conto della problematicità sottesa dal concetto del picco di Hubbert.
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