Popolazione
 

L’aumento della pressione sull’ambiente deriva direttamente dalla crescita del numero della popolazione mondiale, associata al rapido sviluppo delle tecnologie, che permettono di sfruttare le risorse del pianeta su una scala mai conosciuta prima.

“Il rapido incremento della popolazione mondiale, secondo le stime passerebbe dagli attuali 6,5 miliardi di persone a circa 9,1 miliardi entro il 2050, potrebbe avere gravi conseguenze sulla sicurezza non solo per un paese o una regione, ma per il mondo intero”.
Nazioni Unite, 13 luglio 2005
http://ipsnotizie.it/nota.php?idnews=447

 

Elenco nazioni per numero di popolazione:
http://it.wikipedia.org/wiki/Elenco_di_nazioni

I numeri dello squilibrio:
http://www.utopie.it/mondialita/numeri.htm

  EO: densità della popolazione
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EO: densità della popolazione
| CRESCITA DELLA POPOLAZIONE |
Grafico: Aumento della popolazione in Europa  
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Grafico: Aumento della
popolazione in Europa
dal 400 a.C. al 1975

Rapporto delle Nazioni Unite sulla Popolazione del Pianeta 2002

Tasso annuale di crescita della popolazione:

0,25 % nelle regioni più sviluppate,
1,46 % nelle regioni meno sviluppate,
2,40 % nei 49 paesi meno sviluppati al mondo.

Queste differenze, con alcune modifiche nelle percentuali, dovrebbero mantenersi fino al 2050.

Attualmente la popolazione umana cresce ad una media dell’1,2 % annuo che implica un’aggiunta di 77 milioni di persone l’anno.

  ONU: Crescita della popolazione umana
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ONU: Crescita della
popolazione umana
dal 1750 al 2150

La popolazione delle regioni maggiormente sviluppate che è oggi di 1,2 miliardi di abitanti, non dovrebbe subire grandi modificazioni nei prossimi 50 anni.

La popolazione dei paesi meno sviluppati dovrebbe arrivare a 7,7 miliardi nel 2050.

Sei paesi al mondo da soli costituiscono la meta’ di questo incremento annuale: l’India per il 21%, la Cina per il 12%, il Pakistan per il 5%, Bangladesh, Nigeria e Stati Uniti d’America per un 4% l’uno.

 

Nell’area mediterranea dove i paesi della più ricca riva nord stavano in proporzione di 2,1:1 con i paesi poveri delle rive sud ed est nel 1950, il rapporto si rovescerà toccando 0,6:1 nel 2025.

Le forti differenze nella crescita di paesi vicini, o di gruppi conviventi in uno stesso periodo - spesso in storico conflitto - determina mutamenti nei rapporti numerici che possono avere conseguenze politiche ed economiche significative.

L’aumento della popolazione mondiale, che porterà a otto miliardi le persone nel 2025, preoccupa non tanto sotto il profilo economico, quanto per le conseguenze ambientali.

In America Latina la fecondità è pari a 2,9 figli per donna.

  Bambini egiziani (foto di Ben McLaren)
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Bambini egiziani

In Africa si è ancora al 5,7, e ben oltre 6 nell’Africa tropicale, dove il controllo delle nascite resta praticamente sconosciuto.

Dove la fecondità è bassa, la speranza di vita è alta
(in Cina 2 figli per donna e 70 anni di speranza di vita alla nascita)

Dove la fecondità è alta, la speranza di vita è bassa
(Africa orientale: rispettivamente 6,4 figli e 48 anni).

Attualmente si ritiene che circa un terzo delle gravidanze, pari a 80 milioni l’anno, siano indesiderate o capitino al momento sbagliato.
http://www.wwf.it/ambiente/earthpolicy/terracoltivabile.asp

  Donne africane
Donna indiana  

Se le donne potessero avere il numero di figli che desiderano, in molti paesi le dimensioni medie delle famiglie si ridurrebbero a poco più di 1 figlio.

I futuri livelli di fertilità nella maggioranza dei paesi in via di sviluppo potrebbero scendere, ad un certo punto del 21° secolo, sotto i 2,1 figli per donna, cioè sotto il livello necessario ad assicurare il rimpiazzo della popolazione nel lungo termine. Il Rapporto considera, inoltre, il probabile impatto demografico prolungato dell’epidemia di HIV/AIDS nei paesi maggiormente affetti. La dinamica dell’epidemia si assume rimanga invariata fino al 2010.

“World Population Prospect 2002" UN - Rapporto delle Nazioni Unite sulla
Popolazione del Pianeta 2002 (18° Rapporto dal 1950)

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POPOLAZIONE NEL MONDO
Prof. Livi-Bacci
| AIDS |

38 milioni di persone nel mondo sono state infettate dal virus HTV che causa l’AIDS

Ogni giorno 6.000 africani muoiono di AIDS e altri 11.000 vengono contagiati.

Organizzazione Mondiale della Sanità (WHO) – UNAIDS
http://www.unaids.org/

  Fiocco Unaids
Orfani in Africa  
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Orfani in Africa
http://www.legambiente.com/shewula/

L’epidemia di HIV in Africa sta alterando il futuro demografico della regione.

Nello Zimbabwe, senza l’AIDS, l’aspettativa di vita nel 2010 sarebbe di 70 anni, ma con l’AIDS, ci si aspetta che precipiti sotto i 35 anni.
Nel Botswana, l’aspettativa di vita scenderà dai 66 anni ai 33 anni nel 2010.
In Sud Africa, dai 68 anni ai 48 anni.
E in Zambia, dai 60 ai 30 anni.

Queste aspettative di vita sono molto più simili a quelle del Medio Evo che a quelle dei tempi attuali.

Le donne si infettano ad una età più giovane rispetto agli uomini, perché hanno rapporti sessuali con uomini più vecchi che hanno più possibilità di essere sieropositivi. Tra i giovani di 15-19 anni, le donne risultano contagiate cinque volte più degli uomini. Essendo contagiate così giovani, molte donne muoiono prima di essersi riprodotte, facendo diminuire ancor più le nascite. In Africa il numero delle donne sieropositive supera di 2 milioni quello degli uomini. La morte della madre comporta la perdita del suo contributo alla vita, o alla sopravvivenza stessa della famiglia, e l’aumento della mortalità dei suoi figli.

Il virus colpisce in maggioranza gli adulti giovani, creando milioni di orfani.

Ci si aspetta che entro il 2010 l’Africa avrà 40 milioni di orfani.

Adobe Acrobat PDF scheda:
WWF: AIDS IN AFRICA
http://www.wwf.it/ambiente/earthpolicy/aids.asp

Uno dei primi paesi colpiti dall’epidemia, l’Uganda, è diventato un modello per gli altri paesi, poiché la quota contagiata della sua popolazione adulta è scesa dal 14% nei primi anni 1990 all’8% nel 2000, un risultato sensazionale.

In Zambia, dove si sono mobilitati i settori sanitari, didattici, agricoli e industriali, la quota contagiata di giovani donne in alcune città è diminuita di circa la metà dal 1993.

  Grafico: orfani in Zambia
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Grafico: orfani in Zambia
 
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