|
|
un bisonte di 15 000 anni fa, dipinto su una parete della grotta di Altamira, in Spagna |
La storia della diffusione dell’uomo moderno al pianeta è stata
ricostruita sulla base di dati archeologici, genetici e demografici. La
dobbiamo a L.L.Cavalli–Sforza e ai suoi collaboratori, all’università di
Stanford in California e in varie università italiane, ed è conosciuto oggi
come il modello
standard dell’evoluzione umana, perché è condiviso, nei suoi punti essenziali,
dalla maggior parte dei ricercatori.
Allo stato attuale, il modello mostra che poco prima
di centomila anni fa esisteva in Africa orientale una popolazione umana
molto simile a noi, formata al più di qualche migliaio di
individui, capaci di un linguaggio complesso come il nostro e che ha corminciato
a crescere di numero e ad espandersi molto lentamente: verso sud lungo la
Rift Valley, fino al Capo di Buona Speranza; verso nord forse lungo il Nilo;
attraverso il passaggio di Suez ha raggiunto, già centomila anni fa,
anche il Medio Oriente e parti dell’Africa occidentale. Un precursore
dell’uomo modernoè presente in Etiopia intorno a 180.000 anni fa.
Circa 80.000 anni fa, l’uomo moderno dovette ritirarsi dal Medio Oriente, forse per il freddo incipiente dell’ultima grande glaciazione. In Medio Oriente gli subentrò Neandertal,
che viveva in Europa ed era più abituato al freddo, ma che non vi dimorò a lungo: dopo i 60.000 anni fa si ritirò verso il Nord, dove viveva prima, per scomparire del tutto a partire da circa 40.000 anni fa.
Verso i 50.000 anni fa l’uomo moderno riprese a crescere più rapidamente, di nuovo in Africa orientale, e cominciò ad espandersi più energicamente in tutte le direzioni,
in Africa ma anche nella parte più vicina dell’Asia. Qui si diresse verso est, seguendo la costa sud, e giunse abbastanza velocemente fino al sud-est asiatico, dove continuò traversando diversi tratti di mare,
giungendo almeno quarantamila anni fa in Nuova Guinea e in Australia e cominciando a risalire la costa est dell’Asia verso la Cina e il Giappone.
Un altro ramo, partito dall’Africa orientale, si diresse verso il centro dell’Asia, ove si moltiplicò e proseguì in tutte le direzioni: verso l’Europa,
giungendo circa 42.000 anni fa nella parte orientale d’Europa, attraverso l’Ucraina, e poi fino alla costa atlantica. I resti più completi ritrovati in Europa sono i Cro–Magnon,
che vivevano intorno ai 25.000 anni fa nel sud–ovest della Francia.
Sempre dal centro dell’Asia l’uomo moderno si diresse anche verso nord: almeno
30.000 anni fa era in Siberia e si era adattato a vivere in quelle freddissime regioni con l’aiuto di vestiti fatti di pelli di animali cucite insieme,
che sono fra le più antiche testimonianze dell’impiego di abiti. Dall’estremità orientale della Siberia traversò lo stretto di Bering, che fu più volte trasformato in terraferma dalle glaciazioni, occupando anche l’America.
Non sappiamo esattamente quando ciò sia avvenuto, fu forse solo 15.000 anni fa, ma già 11.000
anni fa l’uomo si era espanso fino all’estremo sud dell’America.
|
|