|
I resti più antichi del nostro diretto antenato sono stati rinvenuti
in Sudafrica e in Medio Oriente e datano a poco più di 100.000 anni
fa. Sembrano essere una diretta evoluzione dell’Homo sapiens arcaico
africano. Il suo cranio e lo scheletro sono indistinguibili dai
nostri,
mentre presentano caratteristiche che li differenziano chiaramente dall’uomo
di Neandertal, suo contemporaneo. È stato chiamato Homo sapiens
sapiens, per designarlo come una sottospecie di Homo sapiens distinta da
quella dell’Homo sapiens neanderthalensis (raddoppiando il termine
sapiens, con una certa dose di ottimismo). Lo chiamiamo anche, più semplicemente,
uomo moderno, perché per quanto possiamo giudicare dai suoi resti
ossei era indistinguibile dagli uomini che vivono oggi in tutto il mondo.
In seguito cambiò leggermente, modificandosi in tipi locali fisicamente
un po’ diversi, ma culturalmente molto simili a noi.
Il volume del cranio non è aumentato rispetto a quello dell’Homo
sapiens arcaico. È cambiata però la forma: si è sviluppata
la fronte, che tende ad essere alta e diritta, mentre la nuca è poco sporgente.
La mandibola non sporge più rispetto alla faccia. Compare invece un mento
puntuto, altra caratteristica esclusiva dell’uomo moderno.
|
a confronto: cranio di Homo sapiens neanderthalensis (a sinistra), Homo sapiens arcaico (al centro) e Homo sapiens sapiens |
Aree diverse del cervello corrispondono a diverse aree funzionali del sistema
nervoso. In Homo sapiens sapiens sembrano essersi sviluppate,
in particolare,
le zone che corrispondono alla formazione del linguaggio. È uno dei fattori
che inducono a pensare che avesse sviluppato un linguaggio articolato e versatile
come il nostro, che è stato probabilmente la ragione principale del suo
successo.
|
strumentazione dell’aurignaziano |
Quando compare, Homo sapiens sapiens usa una strumentazione di tipo musteriano,
come Neandertal e il sapiens arcaico che lo ha preceduto. Intorno ai
60.000-50.000 anni fa compare uno strumentario originale, molto ricco di forme e specializzato,
con funzioni differenziate. È detto aurignaziano (dal nome del sito
di Aurignac, in Francia).
Strumenti caratteristici sono pietre scheggiate a lama, scalpelli e raschiatoi
molto affilati, bulini, punteruoli e coltellini. Accanto alla pietra si lavorano
l’avorio, il corno, l’osso. Abilissimo cacciatore, inventa strumenti
del tutto originali, quali il propulsore, che serve per gettare la lancia con
più forza e più lontano, e la bola, ancor oggi usata in Argentina. Intorno
ai 20.000 anni fa compaiono l’arco e le frecce, poi punte di freccia
aguzze ed estremamente taglienti, ricavate da un materiale durissimo, l’ossidiana,
che una volta scheggiata è affilata come un rasoio.
|
il propulsore permette di scagliare la lancia con più forza e più lontano |
Alla civiltà aurignaziana risalgono le più antiche forme d’arte conosciute, quali pitture e incisioni parietali, bassorilievi, statuette, suppellettili
decorate. Le tombe rinvenute documentano il culto dei morti.
Questo nuovo tipo umano rivela uno straordinario dinamismo. Si diffonde
a tutta l’Africa e anche fuori dal continente. In Medio Oriente lo si trova
già 100.000 anni fa, poi scompare e si trova Neandertal al suo posto.
Forse è responsabile di questo evento l’ultima grande glaciazione,
che inizia 80.000 anni fa e dopo un breve intervallo diventa di nuovo importante
intorno ai 29.000 anni fa. Quest’ultima fase dura fino a 13.000 anni
fa.
|
manufatti aurignaziani |
A partire da circa 50.000 anni fa le tracce del passaggio di sapiens sapiens
cominciano a trovarsi ovunque fuori dal continente africano.
il popolamento del pianeta da parte dell’uomo moderno |
|
|