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Negli ultimi 50 anni, gli ecosistemi sono cambiati più velocemente e più ad ampio raggio che in nessun altro periodo della storia umana: questo è avvenuto in gran parte per rispondere alla domanda di cibo, acqua dolce, legname, tessuti e carburante.
Il risultato è una perdita sostanziosa, ed in gran parte irreversibile, della diversità della vita sulla Terra.
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Vasti ecosistemi naturali, che hanno richiesto tempi geologici per formarsi, vengono sistematicamente smantellati. La diversità genetica è globalmente diminuita, specialmente tra le specie coltivate. |
L'indice del pianeta vivente del WWF mostra la tendenza media globale al declino nelle popolazioni delle specie terrestri, marine e di acque dolci. (... vedi nella scheda affianco) |
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Si calcola che fra il 1970 e il 2050 andrà perduto il 10-15 % delle specie di piante.
La perdita degli habitat ed altri cambiamenti negli ecosistemi causano il declino delle specie nel luogo in cui sono nate.
Le coltivazioni intensive, le specie invasive, l’inquinamento e il cambiamento del clima aumenteranno il tasso d’estinzione.
La distruzione delle foreste tropicali (l’ambiente del pianeta di gran lunga più ricco di specie viventi) prosegue su grandissima scala, senza prospettive di arrestarsi.
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Dal 1980 si è perso il 35% delle foreste di mangrovie. Il 20% delle barriere coralline ha subito un forte degrado ed un altro 20% è andato distrutto o seriamente danneggiato. |
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>> MA |
Con l’aumento della mobilità delle persone, anche piante e animali sono stati trasportati in parti del mondo dove non erano mai esistiti prima, si sono introdotti negli ecosistemi locali e a volte li hanno alterati profondamente. Ad esempio: |
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Il riscaldamento globale rende più difficile per le specie adattarsi alle nuove condizioni sviluppando nuovi meccanismi di sopravvivenza. Piante e animali hanno minori possibilità di adattamento a causa dei massicci cambiamenti che l’umanità ha apportato al paesaggio naturale.
Molte specie sono in realtà relegate in isole naturali circondate da regioni urbanizzate o intensamente coltivate, che precludono le “vie di fuga” e rendono le specie molto vulnerabili ai cambiamenti climatici.
La barriera corallina, ad esempio, è già sterile in alcune zone a causa di un innalzamento abbastanza modesto della temperatura del mare, unito all’inquinamento da nutrienti ed alla pesca in eccesso.
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DATI : Countdown 2010
Nuove mappe spaziali per salvare i gorilla di montagna Esa - Kids - Terra |
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scheda: | |
TASSO DI ESTINZIONE DELLE SPECIE |
COLLASSO DELLE RISERVE DI MERLUZZO AL LARGO DI NEWFOUNDLAND IN ATLANTICO NEL 1992
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La pesca indiscriminata, praticata con tecnologie più efficienti che in passato, ha portato alla scomparsa del 90% dei grandi predatori degli oceani, come tonni, pescispada e squali. In molti mari si calcola che il pescato totale sia meno di un decimo di ciò che era prima dell’introduzione della pesca industriale. Il declino delle riserve sta privando molte comunità povere di preziose fonti proteiche. L’accordo internazionale sulle quote di prelievo dei primi anni ’70 e, di seguito, l’istituzione da parte del Canada di una Zona di Pesca Esclusiva nel 1977, non riuscirono ad arrestare ed invertire la tendenza al declino. La riserva di merluzzo si ridusse a livelli estremamente bassi verso la fine degli anni ’80 ed all’inizio dei ’90, finchè fu dichiarata una moratoria sulla pesca nel giugno del 1992. Nel 1998 fu restaurata un flottiglia costiera ma a causa del tasso di declino del pescato l’attività fu chiusa a tempo indeterminato nel 2003. |
A più di un decennio dall’improvviso collasso delle riserve di merluzzo al largo del Canada, ci sono pochi segnali che i pesci tornino a popolare quelle zone, anche se da tredici anni la pesca è stata vietata. Una volta che si sono raggiunti tali punti, è difficile se non impossibile per i sistemi naturali tornare al loro stato precedente.
“Nelle ultime centinaia di anni gli esseri umani hanno aumentato il tasso di estinzione delle specie di 1.000 volte rispetto a quello del passato, tipico della storia del pianeta nel lungo periodo”. >> MA
L’Unione Internazionale per la Conservazione della Natura e delle Risorse Naturali, http://www.redlist.org/info/programme.html (inglese) Servizio di Informazione sulle Specie SIS (Species Information Service) |
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